“Wild” – Chi ricorda Edward Snowden?

06.11.2025

"Wild" – Chi ricorda Edward Snowden? da Mike Bartlett di Bruno Fornasari, anche regista. - visto al Teatro Filodrammatici, il  5 novembre 2025 - recensione di Adelio Rigamonti

Tommaso Pittaluga,  Michele Correra e Marta Belloni
Tommaso Pittaluga, Michele Correra e Marta Belloni

WILD: tra realtà, paranoia e filosofia del potere

Come sempre il teatro di Bruno Fornasari  scava e ne esce uno spettacolo lucido, asciutto, benché contemporaneamente emotivo basato su un testo decisamente interessante e "bello".

La storia prende spunto dalla vicenda reale di Edward Snowden, l'informatico che svelò al mondo i programmi di sorveglianza della CIA e della NSA, scegliendo poi la via dell'esilio, nella Russia di Putin, a Mosca.

Lo spettaore non si trova dinnanzi a un teatro biografico quanto piuttosto a una storia contemporanea in cui Il protagonista,  rifugiato/recluso in una stanza d'albergo moscovita, è  prigioniero di poteri invisibili e soprattutto di sensi di colpa e di sé stesso. In quella stanza entrano due visitatori misteriosi, dalle generalità false e contraffatte che offrono protezione, ma tutto è avvolto da grande ambiguità. Il risultato è un gioco psicologico sottile e teso, che si muove tra realtà, paranoia e filosofia del potere.

 Gli interpreti Marta Belloni, Michele Correra e Tommaso Pittaluga (diretti con  eleganza da Bruno Fornasari) formano un trio in perfetto equilibrio e sostengono benissimo il ritmo serrato e non facile della scrittura: la Belloni, nervosa e lucida, incarna una vacillante razionalità; Correra, il rifugiato/recluso, ben offre l'immagine di un'umanità ferita attualmente in precario equilibrio tra cinismo e paure; Pittaluga, con presenza misurata ma incisiva, introduce sfumature ironiche e inquiete necessarie ad "alleggerire" il tutto.

La scenografia di Erika Carretta offre un ambiente unico, che diviene  il cuore simbolico dello spettacolo: rifugio e prigione insieme, spazio privato e pubblico. In realtà mi è parso che la scenografia delle sempre brava Carretta abbia voluto creare un luogo mentale che non è semplice cornice, ma parte viva del racconto.

Wild è uno spettacolo di tensione e intelligenza. Tutto è calibrato: ritmo, interpretazione, luci e apparato scenografico in modo da fare uscire un luogo/momento  in cui l'intimità si confonde con la sorveglianza, e la libertà è solo un'illusione. 

Lo spettatore si trova quasi "ingarbugliato"  dentro una riflessione lucida sul potere, sulla privacy e sull'eterno conflitto tra verità e sicurezza e il suggestivo finale a sorpresa non solo sorprende ma costringe tutti a chiedersi  quanto di noi stessi ciascuno sia disposto a rinunciare  per sentirsi al sicuro.

Adelio Rigamonti