V13

19.11.2024

V13 reading teatrale dal libro di Emmanuel Carrère con Arianna Scommegna e Mattia Fabris. Visto il 15 novembre al Teatro Gerolamo. Recensione di Adelio Rigamonti. (Nella foto Mattia Fabris e Arianna Scommegna)

TRA ORRORE E PIETÀ

Mattia Fabris e Arianna Scommegna
Mattia Fabris e Arianna Scommegna

Scandito in tre parti – «Le vittime», «Gli imputati», «La corte» –, V13 raccoglie, rie­laborati e accresciuti, gli articoli in cui Emmanuel Carrère, con una scrittura superba, ha riferito le udienze del processo ai compli­ci e all'unico sopravvissuto fra gli autori de­gli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 – attentati che, tra il Ba­taclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. Il resoconto giornalistico del processo, durato quasi dieci mesi, è stato messo in scena al Teatro Gerolamo in forma di reading teatrale con Arianna Scommegna e Mattia Fabris accompagnati da brevi stacchi musicali eseguiti alla chitarra da Massimo Betti. Dietro alla realizzazione del reading c'è stato sicuramente, ed è facile notarlo, un gran lavoro per la scelta dei testi. L'obiettivo da raggiungere, per nulla facile, era quello di condensare in poco più di un'ora quasi dieci mesi di processo cercando di rendere quanto Carrère ha ascoltato e riportato nei suoi articoli.

I testi scelti sono stati ovviamente un pugno nello stomaco: una parte di quel resoconto partecipato di "esperienze estreme di morte e di vita"; le testimo­nianze atroci di chi ha perduto una perso­na cara o è scampato alla carneficina stri­sciando in mezzo ai cadaveri, i silenzi e i balbettii degli imputati.

A condurci in questo alternarsi tra orrore e pietà, in uno spesso ingarbugliarsi di ferocia, di fanatismo, di follia e di sofferenza, sono le splendide voci di Arianna Scommegna e Mattia Fabris. In molti si è lì come un pugile suonato a prendere pugni in continuazione.

Nonostante l'accompagnamento/stacchi del chitarrista e nonostante alcuni sporadici allontanamenti dai leggii dei due attori, pur sempre tenendo in mano i fogli dei testi, quasi nel timido, e a mio avviso non riuscito, tentativo di voler dare un aspetto spettacolare al tutto, V13 rimane quello che giustamente doveva essere: un impegnato e impegnativo, per gli ascoltatori, reading, da cui si esce un po' tutti cambiati e ancora increduli che tutto quanto narrato possa essere accaduto.

Adelio Rigamonti