Ti ho sposato per allegria

08.04.2025

"Ti ho sposato per allegria" di Natalia Ginzburg -  Regia Emilio Russo -  Con Giampiero Ingrassia, Marianella Bargilli, Lucia Vasini, Claudia Donadoni, Viola Lucio - Visto al Teatro Menotti il 4 aprile - In  scena fino a domenica 13 - Recensione di Adelio Rigamonti (nella foto: Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli)

Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli
Giampiero Ingrassia e Marianella Bargilli

Sessant'anni e non dimostrarli

"Ti ho sposato per allegria", lo spettacolo proposto al Teatro Menotti con la regia di Emilio Russo, ottimamente accolta dal numerosissimo pubblico (un tutto esaurito abbastanza inusuale da tempo nelle sale milanesi) è una riproposta, che può creare qualche smarrimento in chi abbia letto il testo della sferzante e dissacratoria commedia di Natalia Ginzburg  e che nonostante siano trascorsi sessant'anni dala sua pubblicazione è ancora testo estremamente importante. 

Il regista in un'intervista rilasciata a un giornale romano, in occasione della prima al Teatro Quirino, ha dichiarato:"Sono convinto che non sia opportuno modificare, adattare o tanto meno modernizzare il testo. Sono convinto che vada contestualizzato a quella metà degli Anni 60 - così lontani e così vicini - e far risuonare parole e situazioni al cuore e all'intelligenza del pubblico del tempo presente". Parole da condividere completamente, ma... poiché mi sembra troppo nota la trama di "Ti ho sposato pr allegria"  mi limiterò a parlare dello spettacolo in scena al Menotti che ho visto alla prima milanese.

All'apertura del sipario mi ha subito creato un poco di smarrimento la presenza in scena di manichini/pupazzi (fra l'altro belli) realizzati da Raffaella Montaldo quasi a sostanziare la presenza di personaggi che nel testo della Ginzburg sono solo evocati per narrazione. Nel secondo tempo i manichini sono numerosi, a mio avviso debordanti, e inutili alla comprensione del testo.

Nel primo tempo ho colto con piacere e con soddisfazione critica la scelta registica di rendere più vivace e brillante il lungo monologo che Giuliana (Marianella Bargilli) intrattiene con la domestica Vittoria (Viola Lucio) per raccontare la sua disgraziata vita prima dell'improvvisato matrimonio. Felice, infatti, l'idea del regista Emilio Russo di affiancare alle due attrici in scena fin dall'inizio Pietro (Giampiero Ingrassia) il novello sposo e sua sorella Ginestra (Claudia Donadoni). Non convince, perché a mio parere inutile e priva di significato, la passeggiata alle spalle dei due della madre di Pietro (Lucia Vasini)

Poi nella seconda parte (decisamente più brillante, grazie soprattutto a una magnifica e espressiva Lucia Vasini, nel ruolo, come già detto, della mamma di Pietro), per chi abbia letto il testo gli smarrimenti aumentano a cominciare dalla litigata tra i due sposi "per allegria" spostata, senza giustamente toccare minimamente il testo, dal finale del primo atto, lo spostamento avviene senza un vero perché e sembra quasi indicare soluzioni finali (il divorzio, naturalmente all'estero) che vengono velocemente ribaltate troppo di fretta e senza visibili e concrete motivazioni nell'accettazione da parte della madra di Pietro della neo nuora Giuliana; da qui si passa a un velocissimo finale che trascura importanti riflessioni sociali presenti nel testo originale.

Sicuramente Emilio Russo, che seguo con ammirazione da tempo, riuscirà a rimediare a quell'impressione di troppa fretta di chiudere che ha dato nella serata della prima e sono certo che riuscirà a immettere maggior verve (super-Vasini a parte) a tutti gli attori in scena perché un simile testo, seppur datato, va valorizzato al meglio per la grazia, la leggerezza e l'umorismo che contiene

Adelio Rigamonti