STRIA
"Stria" di e con Claudia Donadoni - Musiche dal vivo Giovanni Bataloni - Regia di Sergio Stefini - In collaborazione con Marco Baliani - Visto il 2 ottobre nell'ambito del Festival Internazionale "Fringe Milanoff" presso La casa del Meneghino - Recensione di Claudia Pinelli

È un'immersione completa, fisica e mentale, la proposta teatrale di Claudia Donadoni "Stria". Vista nell'ambito della rassegna Fringe Milanoff in uno spazio molto raccolto, la storia della giovane Rusina de Cilla, dai lunghi capelli rossi, che venne bruciata sul rogo dell'Inquisizione come strega, avvolge nella drammaticità di una vita raccontata non solo con la forza delle parole, che hanno comunque un ruolo determinante, ma anche con l'espressività della gestualità, in una coreografia qui per forza di cose minimale, dove la musica, con piano, fisarmonica e anche voce, è coprotagonista a rafforzare l'intensità della narrazione. L'uso di modalità linguistiche molteplici strutturano il racconto, il dialetto di Rusina si frappone a un italiano anche con costruzione latina rendendo con grande e misurata forza la connotazione dei personaggi interpretati dalla bravissima Claudia Donadoni, segnando la distanza tra la protagonista che vive immersa in una natura di cui conosce erbe e medicamenti, e un maschile che impone, con brutalità fisica e con l'imperativo della Legge. Lei che cura vive la naturalità di una sorellanza che le farà preparare il pane e il vino avvelenati per guarire una tremenda ingiustizia. E verrà torturata, processata, condannata, bruciata, da un maschile a cui non ambisce e di cui non rivendica il potere. Il fuoco in cui arde Rusina si trasforma attraverso l'arte da distruzione a restituzione di vita e di valore e la Donadoni se ne fa voce e interprete con profondità e emozione partendo da uno studio accurato di un fatto realmente accaduto nel 1500, mostrando come si possa uscire dalla narrazione in senso stretto e con una sapiente costruzione teatrale riportare una storia, che ancora e ancora fa riflettere, con rispetto, delicatezza e poesia.
Claudia Pinelli