Lo zoo di vetro

06.03.2025

"Lo zoo di vetro" di Tennessee Williams - Regia di Pier Luigi Pizzi - Visto al Teatro Carcano il 5 marzo 2025 - Recensione (forse) di Adelio Rigamonti - (Nella foto: Pier Luigi Pizzi, omaggio obbligatorio al Maestro.)

Pier Luigi Pizzi
Pier Luigi Pizzi

Chapeau al Maestro... ma

Quando ho deciso di assistere a "Lo zoo di vetro", uno dei capolavori del teatro novecentesco, ero stato spinto dalla voglia, pur nel mio piccolo, di rendere omaggio al Maestro Pier Luigi Pizzi. Se uno va ad assistere a un lavoro di Pizzi (tutto Pizzi dalla regia, alla scenografia, ai costumi) sa di vedere un "Pizzi" e tanto di "chapeau"... ma alla fine ci si ritrova con un pugno di delusioni, svanite le illusioni, quasi costretti a continuare a essere rinchiusi nei nostri interiori malanni. Di questi tempi, che coinvolgono all'inganno, alla mistificazione, alla continua rinnovantesi deificazione del soldo, non basta più, almeno per me.

Ho ancora voglia di illudermi che qualcosa possa cambiare al di là dei luccichii di  attuali improponibili lustrini, con dietro il nulla, mostrati ovunque. Certo ho riconosciuto i colori, i toni, i sapori "pizziani", ma è sufficiente? Non credo soprattutto se si incoccia in una serata, quella della prima, in cui gli attori, fatta eccezione per il Tom di Gabriele Anagni, non erano decisamente al top. In un sistema recitativo di maniera, quasi troppo datato, Mariangela D'Abbraccio, mamma Amanda, con poca voce ha costretto il pubblico a perdersi parte del prezioso testo; Elisabetta Mirra, Laura, fa il suo; decisamente sotto tono Pavel Zelinskiy, un Jim incapace di essere empatico anche nella famosa scena del bacio rubato/regalato a Laura. Gabriele Anagni è decisamente bravo nel ruolo di Tom, magazziniere con aspirazioni poetiche, protagonista e narratore.

Nella serata del tutto scontato la mia memoria esige spazi tutti suoi e con un tac mi accende ricordi e mi riconduce ad un altro assai interessante e decisamente più innovativo e carico di empatia "Zoo di vetro". Mi riferisco allo spettaolo diretto dal giovane Leonardo Lidi, visto qualche stagione addietro sempre al Carcano. Il regista si avvalse della frizzante traduzione di Gerardo Guerrieri (il medesimo dello "Zoo" di Pizzi !?!) e realizzò uno spettacolo quasi rivoluzionario a cominciare dall'irrinunciabile prologo recitato da un eccellente Tindaro Granata: "Mi chiamo Tommaso e sono un pagliaccio. Sono qui per raccontarvi la mia verità. Per farlo ho bisogno di finzione, io vi darò verità sotto il piacevole travestimento dell'illusione. C'è molto trucco e c'è molto inganno. Il dramma è memoria, è sentimentale non realistico. Il dramma è memoria, è sentimentale non realistico. Il dramma è memoria, è sentimentale non realistico".

Il dramma è memoria, è sentimentale non realistico, e di questo io, nonostante l'età, ho ancora gran necessità.

Adelio Rigamonti

Maggiori informazioni https://www.adelio-rigamonti.it/news/novembre-teatro-carcano-lo-zoo-di-vetro-4-5-5/