La maglia nera - Gesta e ingegno di Luigi Malabrocca
"La maglia nera - Gesta e ingegno di Luigi Malabrocca" di e con Matteo Caccia - Visto l'11 marzo al Teatro della Cooperativa - Recensione di Adelio Rigamonti (nella foto: Matteo Caccia)

Luigi Malabrocca: il primo degli ultimi
Le gesta e l'ingegno del ciclista Luigi Malabrocca meritavano davvero di essere portati in scena e lo sta facendo da anni Matteo Caccia, che l'altra sera è approdato al Teatro della Cooperativa. Purtroppo sono solo due repliche per uno spettacolo che, oltre a essere gradevole e intelligente, è anche un omaggio a un ciclista geniale, uno spolverare memorie non solo sportive nell'Italia del dopoguerra. In scena nel Teatro di via Hermada la storia vera di un ciclista che fu il primo degli ultimi.
Luigi Malabrocca, con alle spalle una luminosa carriera nelle categorie minori (oltre cento vittorie), diventa professionista quando tutti gli italiani tifano per due colossi come Bartali e Coppi; con corridori di quel calibro, con Magni da buon terzo, tutti gli altri rischiavano di finire nell'anonimato. Luigi Malabrocca, all'inizio quasi per caso e poi per geniale scelta, decise di arrivare ultimo del Giro d'Italia, quello della rinascita del '46. Si inventò forature, cadute per giustificare il suo arrivare ultimo. Questa sua scelta fu dettata dal fatto di essersi accorto che, in un Paese uscito malconcio dalla guerra, gli ultimi, i poveri, i disgraziati si sentivano rappresentati da quel ciclista ostentamente ultimo e lo ricoprivano di regali, dapprima poveri, poi cominciarono a giungere soldi, più a lui che ai piazzati bene al Giro.
Tutta la gente attendeva per applaudire l'ultimo, l'immancabile Luigi Malabrocca, fin quando, complici anche i cronometristi, il giovane e debuttante Sante Carollo riusci ad arrivargli dietro. Per Malabrocca fu una grande delusione e preferì fare affari con la pesca e la ristorazione. La sua carriera, ricca di vittorie in classiche francesi e di un giro di Jugoslavia, si concluse nel ciclocross dove indossò per due volte la maglia di campione d'Italia.
Lo spettacolo è lieve come lo sanno fare i ricordi partecipati e comunicati e Matteo Caccia è abile nel coinvolgere e comunicare con grande empatia in un reading ben costruito dove la vera protagonista è un'Italietta mal ridotta in cerca di miti semplici, umili e alla rovescia. Complimenti!
Adelio Rigamonti
