Isabel Green
Considerato l'alto valore dello spettacolo in scena al Teatro Alta Luce pubblichiamo stralci di una nostra reecensione di Adelio Rigamonti effettuata nella stagione 2017/18 quando Isabel Green fu presentato al Teatro Elfo Puccini e pubblicata su SondaLife (nella foto Maria Pilar Pérez Aspa)

OSCAR ALL'INTERPRETAZIONE
Isabel Green, progetto e regia di Serena Sinigaglia e testo di Emanuele Aldrovandi, in scena alla Sala Bausch dell'Elfo, è spettacolo che mi costringe a trattenermi dal troppo dire per non svelarne gran parte del flusso narrativo e il coinvolgente epilogo. Tuttavia lo spettacolo, pur intelligentemente contenuto nella durata, è talmente ricco di emozioni, suggestioni e di preziosi suggerimenti per un'analisi del felice allestimento da permettere di sfiorare appena la trama ricorrendo al quanto di sufficiente scritto nel comunicato stampa.L'azione si svolge sul palco del Dolby Theater dove Isabel Green, una star di Hollywood, sta lì aggrappata al suo tanto desiderato Oscar che le è stato appena consegnato (alla settima nomination!) quale migliore attrice protagonista. Dovrebbe essere al massimo della felicità, ma dentro di lei si rompe l'argine tra razionalità e follia depressiva, tra finta emozione contingente per il premio ricevuto e uno scardinamento della sua esistenza a partire da quando bambina cominciò a dedicarsi con tutte le forze alla coltivazione del dono della recitazione.
Il testo del giovane drammaturgo Emanuele Aldrovandi non incontra impuntature giocando con abilità variazioni cromatiche del linguaggio per offrire il complesso continuo tentativo da parte di Isabel di zittire la propria depressione, la propria solitudine, una battaglia vera e propria in un ego guastato da tempo, lavoro e stanchezza fin quando appunto l'argine si è rotto e il filtro si è fuso con ciò che era da filtrare.
La regista Serena Sinigaglia (...) oltre a ribadire la sua consueta intelligenza interpretativa e la capacità di non essere invasiva rivela grandi doti maieutiche essendo riuscita a tirar fuori tutto da Maria Pilar Pérez Aspa, già apprezzata brava e duttile interprete di Zafferano, che in questo lavoro tocca apici di assoluto rilievo.
Maria Pilar Pérez Aspa (...) gestisce un personaggio difficile, contorto, tribolato con bravura e grande maturità. Con mutazioni di toni, dal frenetico al rallentato e iterato, dal sussurro di un tormento interiore al visceralmente urlato della sua depressione esplosa in follia, si impone come attrice da seguire con grande attenzione nel prosieguo della sua carriera, Un'interpretazione, anche per rimanere in tema con l'argomento trattato dal testo, da premio per l'interpretazione maiuscola.
(...)
Adelio Rigamonti