Iliade, il gioco degli dei

31.03.2025

GLI DEI DEL NOSTRO TEMPO

"Iliade il gioco degli dei" testo di Francesco Nicolini con numerosi accenni al testo omerico - Al teatro Manzoni sino al 6 aprile, visto il 27 marzo - Recensione di Marina Salonia (nella foto: Alessio Boni) 

GLI DEI DEL NOSTRO TEMPO 

La drammaturgia a cura di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Francesco Niccolini e Marcello Prayer che ne firmano anche la regia è una rielaborazione del testo greco del quale gli spettatori possono ritrovare tutti i fatti salienti ma riproposti in una versione alleggerita dove gli innesti dissacranti, ironici e divertenti sono in grado di avvicinare il pubblico più variegato anche quello non abituato alla letteratura classica.

All'inizio dello spettacolo avviene la presentazione di questa famiglia di déi un po' pazza, pacchiana e annoiata dall'immortalità dove Zeus (Alessio Boni) appare un po' smemorato forse vittima di una iniziale demenza senile, Era (Antonella Attili) è una moglie in stile casalinga disperata e madre infelice,  Ares è rappresentato infantile e  tonto non certo con le caratteristiche che ci potremmo aspettare dal dio della guerra.

La famiglia si è riunita sulla spiaggia (di Troia?)  per rievocare il tempo glorioso in cui si divertivano a dominare gli umani col loro fare capriccioso domandandosi nel contempo perché sono caduti dall'Olimpo e quando è successo tutto questo. Quindi quale evento migliore da ricordare se non la guerra di Troia?

Lo spettacolo è ricco di contaminazioni di generi teatrali, visivi e recitativi forse un po' troppo mischiati. Assai pregevole e affascinante l'apparato scenico di Massimo Troncanetti, suggestive le  piattaforme mobili che si aprono sulle pareti laterali quando si entra nel "territorio degli déi".

Il messaggio che ci arriva è chiaramente riferito al male che provocano nel mondo pochi oligarchi e potenti che, così come facevano gli déi, con i loro giochi di potere e strategie creano conflitti e guerre facendo soffrire l'umanità intera.

Ci troviamo di fronte a una rappresentazione che non è un classico e non è una commedia e può darsi che gli amanti del teatro classico ne rimarrano un po' delusi ma forse tutto ciò sta nell'intenzione degli autori di attualizzare alla semplice un grande testo poetico per offrire uno spettacolo soprattutto divulgativo.

Personalmente ho apprezzato il coraggio di una messa in scena così contaminata nei generi e la bravura degli attori in scena in particolare di Alessio Boni nella duplice parte di Zeus e Achille e Antonella Attili nei panni di Era.

Spettacolo che apparentemente ha bisogno di rodarsi maggiormente.

Marina Salonia