IL GRANDE TORINO
"Il Grande Torino. Cartoline da un paese diverso" di Marco Bonetto e Gianfelice Facchetti, con Gianfelice Facchetti e gli Slide Pistons. In scena al Teatro della Cooperativa dal 22 al 31 ottobre 2024. Visto e recensito da Claudia Pinelli (nella foto il Grande Torino)
IL RACCONTO EPICO DEL GRANDE TORINO
Sceglie di non avvalersi di tecnici luci e supporti registici Gianfelice Facchetti che sul palco del Teatro della Cooperativa ha portato in prima nazionale la storia del Grande Torino che tragicamente terminò la propria esistenza nello schianto sulla collina di Superga dell'aereo che riportava i giocatori a casa dopo una trasferta a Lisbona nel 1949. Cosa contenevano le loro valigie? Quali ricordi, quali esperienze? Quali imprese sportive erano state conquistate da una squadra che era già leggenda, fino a diventare immortale per la morte tragica dei suoi calciatori?
Gianfelice Facchetti racconta, dando ritmo con il supporto musicale degli Slide Pistons, con lui sul palco, mentre aggiusta luci da una piccola consolle e aggiunge o toglie elementi scenici. Il calcio è il fulcro, le partite giocate, gli stadi dedicati, quella squadra quasi perfetto meccanismo collettivo, efficace e efficiente, invincibile.
Gli accenni biografici dei giocatori sono solo per alcuni e appena accennati, il contesto storico, culturale e sociale scompaiono, sfiorati in una narrazione che è racconto di un calcio vissuto, partita dopo partita, come sfida, impresa, traguardi raggiunti, tifo, reti, tante, diventate goal quando l'inglese verrà sdoganato. Senza dimenticarsi di strappare risate solidali con battute sui gobbi innominabili.
La parte musicale è estemporanea, i musicisti bravissimi, ma utilizzati come intermezzo, per tirare il fiato o permettere cambi di scena, senza un vero amalgama con un Facchetti bravo narratore, che si è documentato e che "vive" tutto quello che racconta mentre approfondisce ogni aspetto sportivo.
Uno spettacolo per appassionati di calcio, in un'epica di quella squadra che vibra in un pubblico già motivato con tanto di vessillo esposto alla fine mosso da un vento artificiale, che non restituisce il vissuto sociale né individuale, ma è racconto epico del Grande Torino.
Claudia Pinelli