Flush. Biografia di un cane
			            Flush. Biografia di un cane da Virginia Woolf Regia di Fabrizio Visconti - conRossella Rapisarda e Antonio Rosti - Visto a MTM Teatro Litta il 26 ottobre 2025 - recensione di Claudia Pinelli

DELICATO E POETICO
È l'intelaiatura di una porta l'elemento scenico che mette in relazione storie che scorrono lungo binari paralleli quasi a distanza di 100 anni l'una dall'altra. Quella di Virginia Wolf e del marito Leonard e quella da lei raccontata, la stretta relazione tra la poetessa Elisabeth Barret e quel cane dall'alto lignaggio, Flush, che per amore costringe la sua vitalità adattandola alla sedentaria vita di lei finché entrambi saranno liberi quando la Barret riuscirà a emanciparsi dalle regole paterne e seguirà l'uomo di cui si innamora lasciando Londra. Avere un mondo interiore da esprimere attraverso la scrittura accomuna le due donne in un universo maschile di poesia e prosa e Woolf osserva e entra nell'intimo della questione, ma anche dell'empatia tra umano e canino con la capacità  di vedere, sentire, riconoscere i comuni sentimenti di esseri appartenenti alla vita che comunicano con l'affinità dei sensi a loro propri.
I due bravissimi attori, Rossella Rapisarda e Antonio Rosti, immergono in un mondo che è poesia interpretando ogni soggetto del racconto, facendo rivivere la vivacità e le speranze della società intellettuale a cui appartengono, ognuna nel proprio tempo, sia Barrett che Woolf, quest'ultima che vive in un'epoca minacciata da voci, che provengono da una radio, sempre più aspre e aggressive che preparano dittature e guerre in cui il mondo precipiterà. Intanto si creano circoli letterari, ascoltando musica si muove una critica serrata ai modelli dati come inossidabili, si mette in luce e si rivendica l'essere donna e per giunta poeta, mentre, come seguendo le onde, ritorna quella relazione di amore profondo tra Flush e la poeta Barret, l'universo canino che si riempie di aria e il tutto sono odori che diventano colori e sensazioni profonde,  l'olfatto il suo senso più sviluppato, lei che invece sa usare la parola e il suo tutto è trasformare ogni cosa in detto e scritto. Non si avverte frattura, ma continuità e complicità. E nell'avvertire condizioni che costringono, da cui ci si vuole emancipare, si compiono scelte per affermare la libertà della propria esistenza. Quando non c'è più felicità ma troppe ombre a offuscare la mente c'è chi lascia seguendo l'amore e la realizzazione del pennino sulla carta e chi infilerà pietre nelle tasche per non riemergere e interrompere il gioco.
"Flush"  è uno spettacolo teatrale con continui cambi di prospettive, di voci, di sguardi, di cui si apprezza la sapiente regia e l'interpretazione. Delicato e poetico.
                                                         
Claudia Pinelli
