FATA MORGANA
"Fata Morgana" di Gianfranco Iannuzzo e Angelo Callipo - con Gianfranco Iannuzzo - visto al Teatro Manzoni il 14 ottobre- recensione di Marina Salonia

IN VIAGGIO GUIDATI DA FATA MORGANA
Al teatro Manzoni Gianfranco Jannuzzo si cimenta con un "one man show" dal titolo "Fata Morgana" nel quale si mette in gioco davanti al suo pubblico accompagnato solo da quattro splendidi musicisti che eseguono le musiche scritte appositamente da Francesco Buzzurro.
Il testo scritto a quattro mani con Angelo Callipo prende spunto dal mito di Fata Morgana, la sorella guerriera di Re Artù che rappresenta il desiderio insito in ognuno di noi di immaginare il nostro futuro e di lottare per realizzarlo.
Facendosi quindi idealmente accompagnare da Fata Morgana Jannuzzo ripercorre la storia del nostro Paese che diventò un Italia unita realizzando il sogno dei nostri antenati i quali riuscirono nell'intento di riunire in un unico popolo i piccoli stati del nostro stivale senza per questo tradire le diversità e le particolarità culturali che ancora vivono e rendono uniche le nostre terre e coloro che ci vivono.
All'apertura del sipario subito appare la bella scenografia di Salvo Manciagli che rappresenta un'Agrigento al tramonto coi i suoi templi imponenti. Il sapiente utilizzo delle luci crea la giusta atmosfera e insieme alle musiche conferisce un valore aggiunto a tutta la rappresentazione.
Parte dunque da qui, da Agrigento, terra natale del protagonista e dalla sua amata Sicilia questo spettacolo: una terra piena di contraddizioni, terra di confine e ponte tra mille culture che da sempre hanno cercato di conquistarla ma non ci sono mai riuscite davvero; culture che hanno sempre arricchito e mai tolto qualcosa; un popolo quello siciliano che da sempre ha dato accoglienza a chiunque vi fosse approdato.
In scena c'è molto del vissuto e della vita familiare di Gianfranco raccontati attraverso divertenti sketch alternati a momenti più seri e riflessivi e la rappresentazione risente sicuramente della sua esperienza di attore costruita nel corso del tempo da quando giovanissimo lavorava con Gino Bramieri nel suo proporre barzellette e aneddoti giocando con le inflessioni dialettali.
Il suo monologo crea nel pubblico un giusto equilibrio tra sorriso e riflessione poiché dietro ogni battuta si può scorgere un messaggio più profondo su temi importanti come ad esempio il campanilismo, l'immigrazione, l'accoglienza o il femminicidio.
Sul palco Jannuzzo si conferma un interprete dallo stile inconfondibile pieno di carisma e degno erede di Gigi Proietti di cui fu allievo: suona anche il pianoforte, canta e balla con grande maestria.
Lo spettacolo sarà in scena sino al 26 ottobre. Non perdetelo!
Marina Salonia
