Crisi di nervi - Tre atti unici di Checov
Crisi di nervi. Tre atti unici di Cechov - Regia di Peter Stein - L'orso, I danni del tabacco, La domanda di matrimonio - Visto al Teatro Menotti Perego il 22 gennaio 2025. Recensione di Claudia Pinelli. (nalle foto Peter Stein)


GRANDE REGIA DI PETER STEIN
E' un Cechov brillante, che sceglie il Vaudeville per mettere in risalto le nevrosi e le idiosincrasie nei rapporti umani, quello portato in scena con maestria dal regista Peter Stein con una compagine di attori di alto livello e ben affiatati che interpretano personaggi che diventano archetipi di modi, tic, personalità, travalicando l'ambientazione temporale e geografica, la Russia di fine '800.
Degli 8 atti unici scritti da Cechov, il regista ha scelto L'orso, una godibile schermaglia tra una vedova, interpretata da Maddalena Crippa, che si è rinchiusa nella sua casa alla morte del marito fedifrago e un fattore, Alessandro Sampaoli, che viene a chiederle il saldo di un debito contratto dal marito per poter, a sua volta, saldare dei debitori. Stravolto dalla rabbia, che cerca di contenere, al rifiuto della donna, farà paura al servitore, Sergio Basile, non alla vedova, che mostrando di tenergli testa lo farà innamorare, dopo averlo sfidato a duello.
Alla riapertura del sipario "I danni del tabacco", che vede protagonista, solo in scena, Gianluigi Fogacci, unico uomo in un universo femminile, tra moglie, figlie, allieve del collegio, costretto a assumere vari ruoli tra cui tenere conferenze e che svilupperà una serie di tic nevrotici come risposta alla situazione.
E infine "La domanda di matrimonio", con Alessandro Averone, Sergio Basile, Emilia Scatigno, in cui la profferta si perderà tra i litigi per questioni di proprietà tra i caratteriali protagonisti facendo perdere di vista, tra somatizzazioni molto ben caratterizzate, l'obiettivo.
Uno spettacolo in cui si sente l'ottimo lavoro di regia e una meravigliosa coralità tra gli attori, divertente, dinamico, molto godibile, dall'ironia sferzante, rispettoso dei testi originari e che, mantenendo i costumi e l'ambientazione d'epoca, mette in risalto modalità e caratteristiche umane assolutamente riconoscibili di cui possiamo ridere perché ci appartengono. Da vedere
Claudia Pinelli
