Amadeus

24.02.2025

"Amadeus" di Peter Shaffer - Uno spettaolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia - Visto il 20 febbraio in pomeridiana al Teatro Elfo Puccini - recensione di Adelio Rigamonti (Nella foto: Ferdinando Bruni)

Ferdinando Bruni
Ferdinando Bruni

Genio e mediocrità in scena all'Elfo Puccini

L'Amadeus di Bruni e Frongia è decisamente un grande spettacolo; purtroppo vicende personali e teatrali, un malore che aveva colpito uno degli attori nella replica di sabato 15 febbraio che avrei dovuto seguire, mi hanno impedito di recensire per tempo il grande lavoro, sotto ogni aspetto, in scena all'Elfo.

Salieri da giovane stipula un patto con Dio: una vita morigerata in cambio di fama eterna come musicista; il tutto sembra funzionare fin quando a Vienna arriva Amadeus, giovane lascivo volgare, ma dotato di grande genio musicale, forse secondo Salieri un dono di Dio stesso.

Lo spettacolo inizia con un Antonio Salieri, vecchio agli estremi delle forze e della vita, che si interroga se davvero sia stato lui ad avere ucciso Mozart ovviamente per invidia del suo genio musicale e per l' immediatezza delle sue composizioni.
Salieri, cioè Ferdinando Bruni, si rivolge direttamente agli spettatori: i posteri, "le ombre del futuro". 

Poi inizia la narrazione dell'incontro/scontro con Amadeus, in cui Salieri sarà costretto a riconoscere la grandezza della musica del giovane e irriverente rivale, ma soprattutto a comprendere la propria mediocrità. Rotto il patto giovanile con Dio,  diviene il più grande nemico di Dio stesso che ha scelto proprio Ama-deus perché gli uomini possano raggiungerlo attraverso la sua musica.

Salieri cercherà con ogni mezzo di ostacolare l'ascesa di Mozart che alla fine morirà di stenti, in completa miseria. Per trentadue anni, tanti ne vive dopo la morte dell'odiato/stimato Amadeus, Salieri vedrà la propria musica man mano dimenticata mentre quella di Mozart verrà suonata e applaudita in tutta Europa. Quindi, già anziano e prossimo alla morte, cercherà al posto della perduta fama di musicista di essere ricordato per infamia e dirà in giro di avere ucciso Mozart.
Bruni è grandissimo, per presenza scenica e per le esaltanti doti vocali, a restituirci un Salieri che passa tranquillamente da un anziano fuori di testa al musicista nel pieno del suo successo. Bruni è capace di dare maggior forza, se ancora ce ne fosse bisogno, al testo originale di Shaffer e rende credibile l'assai difficile personaggio di Salieri, tutto ciò in un mirabile toboga tra azione scenica e riflessione personale, quasi intimista, rivolta al pubblico.
Il genio e la sregolatezza di Mozart sono interpretati da un bravissimo Daniele Fedeli che sovente è necessariamente sopra le righe.
Ottima la scenografia supportata da grandi mezzi tecnologici e fantastici i costumi di Antonio Marras.

Geniale e divertente la creazine dei Venticelli, procuratori di informazioni e pettegolezzi interpretati da Riccardo Buffonini e Alessandro Lussiana. Il cast di eccellenti attori è anche composto da Valeria Andreanò Costanze Weber, moglie di Mozart -Matteo de Mojana Barone Gotrfried Van Swieten, prefetto della Biblioteca Imperiale -  Ginestra Paladino Contessa Johanna Kilian Von Strack / Katharina Cavalieri, cantante - Umberto Petranca Giuseppe II, Imperatore d'Austria - Luca Toracca Conte Franz Orsini-Rosenberg, direttore dell'Opera Imperiale, quest'ultimo sempre eccellente in qualsiasi ruolo venga impegnato.  Infine la splendida regia di Bruni e Frongia che appare quasi trattenuta per esaltare maggiormente testo e drammaturgia. 

Tutto lo spettacolo gira attorno al contrasto tra genio e mediocrità, una mediocrità di cui forse insieme a Salieri tutti facciamo parte. 

Un gran spettacolo da non perdere.

Adelio Rigamonti