Talita kum
"Talita kum" teatro di figura immaginato e creato da. Marco Ferro e Valeria Sacco con Valeria Sacco regia Marco Ferro - visto al Teatro della Contraddizione il 22 novembre - recensione di Adelio Rigamonti.

I giochi d'ombre senza parole di Riserva Canini
Il teatro di figura è sempre stato fondamentale nella mia crescita culturale, in tutti i vari modi in cui esso si palesasse, e proprio per questo che ho deciso di vedere e recensire "Talita kum" un delicato ingarbuglio di giochi d'ombre senza parole di Riserva Canini portato in scena al Teatro della Contraddizione da Valeria Sacco.
Molto ha contribuito a farmi vedere lo spettacolo il titolo "Talita kum". Solo poco prima di recarmi a teatro ho scoperto che "Talita kum" (o "Talitha koum") è un'espressione aramaica riportata nel Vangelo di Marco (Mc 5,41). Significa letteralmente: "Fanciulla, alzati!". Sono le parole pronunciate da Gesù quando riporta in vita la figlia di Giairo. Una volta visto il poetico spettacolo ho compreso come titolo non potesse essere più azzeccato.
La protagonista di *Talita Kum*, pur senza nome, rappresenta ogni creatura che tenta di rialzarsi dal proprio buio. Valeria Sacco la interpreta con una delicatezza che diventa forza, costruendo una presenza scenica fatta di silenzi e piccoli gesti.
Il suo percorso è intimo e lento: una risalita in cui fragilità e coraggio si uniscono. La regia la osserva senza invadere, lasciando che la sua trasformazione avvenga come un ritorno naturale della luce.
Quando arriva il "Talita kum", il suo rialzarsi non è miracolo imposto, ma scelta. Un gesto semplice e sacro, che riesce a divenire immagine pura di rinascita interiore.
Spettacolo da vedere e rivedere quando, semmai, tornasse a Milano o dintorni.
Adelio Rigamonti
