Recensione/Teatro Menotti

17.05.2024

"Arlecchino muto per spavento" da Luigi Riccoboni Regia Marco Zoppello
visto il 12/05/24 recensione Claudia Pinelli

Scrivo in ritardo di uno spettacolo che ha terminato le sue repliche milanesi, ma che ha già avuto e ha numerose repliche in giro per l'Italia e che spero venga ripreso anche la prossima stagione.

Un'immersione nella commedia dell'arte, divertente e accattivante questo "Arlecchino muto per spavento" di Marco Zoppello ispirato al canovaccio di Luigi Riccoboni, con adattamenti musicali (una canzone di Gabriella Ferri) e di testo (ad esempio un chiaro riferimento a Totò e Peppino) attualizzati che non disturbano anzi arricchiscono la frizzante drammaturgia, che rimane legata alle più classiche delle dinamiche della commedia in maschera. In scena la splendida compagnia "Stivalaccio teatro", nove tra attrici e attori che recitano, suonano, cantano, mentre impersonano le maschere della tradizione popolare dal bergamasco Arlecchino ( uno splendido Marco Zoppello), al veneziano Pantalone de' Bisognosi ( davvero bravo Stefano Rota) e poi Silvia ragazza milanese (una meravigliosa anche come cantante Maria Luisa Zaltron), Stramonia commerciante di tessuti veneziana trasferita a Milano (una bravissima Anna De Franceschi), Mario il suo figliolo imbranato( bravissimo e versatile, un po' ammiccante, Michele Mori), la Serva Violetta romana a Milano (con una splendida caratterizzazione di Sara Allevi), Flamminia figlia di Pantalone che parla meglio il francese dell'italiano essendo cresciuta a Parigi (perfettamente nella parte Zelia Pelacani), il fumantino Cavaliere Lelio (bravo, ma un po' rigido Fabio Gorgolini), l'oste napoletano Trappola (bravissimo Pierdomenico Simone). Rimarcando piacevolmente le provenienze con accenti e frasi dialettali tradotte allo spettatore con un piccolo glossario fornito a inizio spettacolo, la pièce decolla fin dalle prime battute e mantiene un ritmo brillante di scambi, agili movenze, musici in scena che diventano attori in un'alternanza di ruoli, sberleffi, duelli, in una trama classica in cui Arlecchino, servitore di Lelio, innamorato ricambiato di Flamminia, lo precede a Milano dove si recano per sventare il matrimonio combinato da Pantalone e Stramonia, tra Flamminia, figlia di lui con Mario, figlio di lei, quest'ultimo in realtà innamorato, ricambiato, della decisa milanese Silvia. Arlecchino chiacchiera troppo svelando tutto all'oste Trappola, per cui Lelio gli impone di diventare muto minacciandolo con il demone nascosto nell'anello. Tutto si intreccia, si complica, si dipana, fino al lieto fine. Si ride, molto, si segue affascinati la trama, si viene coinvolti, con attori che sbucano anche in platea, dalla grande capacità attoriale, musicale e, soprattutto per Arlecchino anche mimica in un gioco vivace e affascinante che non ha cedimenti di ritmo, due ore e mezza di spettacolo che volano. Applausi scroscianti all'arte della Commedia e a Stivalaccio Teatro.

Claudia Pinelli