RECENSIONE/TEATRO MENOTTI - FILIPPO PEREGO (tmfp2)

07.11.2022

Recensione de IL COMPLEANNO di Pinter, regia di Peter Stain, visto il 4 novembre, a cura di Claudia Pinelli

LA COMPLESSITÀ DI PINTER AL MENOTTI

Non è d'immediata e semplice comprensione l'opera di Harold Pinter "Il Compleanno" messa in scena dal regista Peter Stain con un eccezionale cast di attori, Maddalena Crippa, Alessandro Avarone, Gianluigi Fogacci, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatiglio, Fernando Maraghini, Peter Stain ha scelto di non apportare modifiche alla drammaturgia originaria.

L'ottima regia e l'alto livello di recitazione permettono un'immersione completa nello spirito assurdo e grottesco dell'opera (che ha una durata di 140 minuti divisi in due tempi con intervallo) senza far avvertire pesantezza, ma piuttosto una costante tensione mentre i personaggi sembrano delinearsi per sfuggire subito però alle griglie in cui si vorrebbe incasellarli, in una necessità nello spettatore di mettere un ordine che è l'opposto delle intenzioni dell'autore.

Ne "Il Compleanno" tutto è labile, i personaggi sono, forse, ma più verosimilmente sembrano. Così il protagonista, Stanley Webber, ospite di una pensioncina sul mare gestita da una copia di coniugi ( Petey, Alessandro Maraghini che apre le sdraio in spiaggia e ogni mattina legge le buone notizie sul giornale, e Meg, un'ottima Maddalena Crippa, apparentemente svampita che ricalca lo stereotipo della casalinga inglese, tutta concentrata a preparare la colazione con i Korn flakes ) perseguitato da sgherri in doppio petto gessato grigio che incalzano fino a stremarlo nella psiche e nel fisico, in quel gioco di "renderlo cieco" sottraendogli e alla fine spezzandogli gli occhiali, diventa lui stesso anima oscura tentando lo stupro di Lulu (Emilia Scatigno) durante la festa di compleanno.

Il tono dell'opera, apparentemente da commedia, non lascia spazio alla leggerezza, le dinamiche e gli scambi sono serrati, il "festeggiato" che viene travolto dalla resa dei conti, non è remissivo né puro, è arrabbiato e ostinato ma al contempo perso e in balia dell'oscurità, gli uomini in gessato grigio, Goldberg (un bravissimo Gianluigi Fogacci) e Mc Cann (un bravo Alessandro Sampaoli) sono aggressivi, decisionisti, insinuanti, violenti, ricattatori, potrebbero essere sì mafiosi, ma forse sono prelati. Mag, persa nel suo mondo insignificante, è materna nei confronti dell'ospite ma al contempo ambiguamente seduttiva.

Nulla è come sembra, neanche il finale, ma non lo deve essere.

Claudia Pinelli