RECENSIONE TEATRO MENOTTI -FILIPPO PEREGO (tmen23/5)

13.03.2023

Recensione de COSÌ FAN TUTTE visto il 10 marzo e recensito da Adelio Rigamonti

CONTAMINAZIONE E BRAVURA PER UN'ORIGINALE RILETTURA DI COSÌ FAN TUTTE

Il Così fan tutte che ho visto recentemente al Menotti, musicalmente elaborato e arrangiato da Leandro Piccioni e Mario Tronco e diretto da Giuseppe Miale di Mauro, è spettacolo leggero, arguto, divertente e soprattutto importante.

L'età avanzata ha fatto sì che mi tornassero in mente spettacoli e soprattutto suggestioni di quaranta anni e passa fa. Da un punto di vista musicale il Così fan tutte, suggestivo pastiche di musica popolare e colta, rimanda all'indimenticabile operazione di Roberto De Simone con la sua Gatta Cenerentola. Per chi ha avuto modo di osservare molto da vicino il gran lavoro di recupero della posteggia e della sceneggiata operato da Peppe e Concetta Barra nella riproposizione di canti popolari napoletani, è stata gioia lasciarsi immergere nella rielaborazione dell'opera buffa di Mozart.

Più che la trama, in questa occasione ridotta all'osso, proposta dal libretto originale di Lorenzo Da Ponte, emerge in maniera prepotente la Napoli in carne e sangue con la sua cromaticità e i suoi suoni, musicali e linguistici, immutati e forse immutabili nel tempo. Tutto il testo è in napoletano colto e scurrile, popolare, la lingua di tutti i giorni praticata o nei bassi della città o a Posillipo.

Abbandonati i lustrini dei classici mozartiani, tutto si muove in una scena semplice ma assai intricante soprattutto per gli effetti causati da veli e teleri sovrapposti. In scena solo due ispirate interpreti e di lato tre ottimi musicisti: tanto basta per narrare, come se fosse un ricordo, la vicenda che vede coinvolte due donne e i loro rispettivi promessi sposi e lo scambio di identità tra divertenti confusioni e incomprensioni.

Dei personaggi originali sopravvivono solo Fiordiligi e Dorabella interpretate da Serena Pisa e Viviana Cangiano del duo Ebbanesis. Le due cantanti/atttrici, il gran valore aggiunto del gradevolissimo, suggestivo e, ripeto, importante spettacolo, sono esaltate in tutte le loro potenzialità espressive da questa nuova completa rielaborazione dell'opera mozartiana. Le due donne, che collaborano da tempo nel duo, riescono alla perfezione a giostrarsi nel buffo dell'opera originale con il ricorso, sostenute dall'ottima regia di Giuseppe Miale di Mauro, alla contaminazione sonora, linguistica e musicale che indaga e fa conoscere ad altre latitudini sia la posteggia sia la sceneggiata.

Le ottime interpreti, che con semplici travestimenti danno vita anche ai due amanti farabutti in momenti di esilarante ironia, sono accompagnate dai musicisti Alessandro Butera (chitarra manouche, mohan veena); Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandoloncello) e Gianluca Trinchillo (chitarra classica) che danno vita a un organico orchestrale di originale efficacia.

Lo spettacolo visto al Menotti è una grande messinscena corale che contamina più stili in grado di allontanarsi da un classico mantenendo, per arguzia e leggerezza, l'unicità mozartiana trasferendola in ambienti culturali e linguistici diversi e contemporanei. Da vedere.

Adelio Rigamonti