Recensione/Teatro Gerolamo

24.05.2024

"Donna non rieducabile" di Stefano Massini
con Ottavia Piccolo regia Silvano Piccardi
Musiche per arpa composte e eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi
visto il 23/05/24 Recensione Claudia Pinelli

La musica, dal vivo, è il suono di un'arpa ad accompagnare, senza mai sovrastare, questo monologo, intenso, vero, straziante, di una grande Ottavia Piccolo, che restituisce la figura della giornalista Anna Politkvovskaja.

Una "Donna non rieducabile": questa la definizione che di lei dette il Cremlino perché non accettò di essere servile, di assoggettarsi alle veline imposte dal regime, ma raccontò la realtà, mostrando gli orrori commessi dall'esercito russo in Cecenia contro la popolazione civile, senza nascondere la corruzione, la disumanizzazione, le stragi, e anche gli attentati dei ceceni. Da vera giornalista lo fece andando sul campo, vivendo nei villaggi della Cecenia sotto assedio, intervistando, implacabile nello svelare la verità senza farsi imporre censure, lontana dalla propaganda a cui avrebbero voluto piegarla. La corruzione, le connivenze, gli attentati al teatro Dubrovka e nella scuola a Beslan, gli stupri. Le vittime civili, tante, troppe. Teste mozzate appese ai cancelli per essere d'esempio, regole d'ingaggio per l'esercito che prevedevano ogni giorno un certo numero di morti. "Nemici" anche se disarmati, "nemici" non essere umani.

La scrittura teatrale di Massini non fa della Politkvovskaja un personaggio teatrale, ma la restituisce attraverso gli articoli che la giornalista scrisse, le sue interviste, i suoi appunti, frammenti che vanno a comporre un mosaico accurato. Ottavia Piccolo si sposta sul palco in modo lento, misurato nell'ottima regia di Silvano Piccardi. Lo sguardo intenso, mentre luci sottendono i diversi momenti. La bravissima attrice ne dà un'interpretazione "vera", mai caricata, rispettosa della persona che si vuole restituire nella sua completezza, nei suoi valori, nella sua etica. Ridarle quella voce che le è stata sottratta.

Anna Politkvovskaja verrà assassinata, nel 2007. Un colpo di pistola al cuore e uno alla testa, da sicari rimasti sconosciuti. Rimangono i suoi scritti, denuncia contro le atrocità della guerra in Cecenia.

Di tutte le guerre.

Claudia Pinelli