RECENSIONE TEATRO GEROLAMO (tger23/2)

16.03.2023

Recensione de SCORRETTISSIMO ME, PER UN FUTURO, IMMENSO REPERTORIO visto e recensito da Adelio Rigamonti

PAOLO ROSSI: RITORNO TRIONFALE AL GEROLAMO

Non so quanti anni siano passati di preciso dall'ultima volta di Paolo Rossi al Gerolamo. Il Gerolamo è stato chiuso per trentatré anni e riaperto nel corso della stagione 2016/17, poi due anni di pandemia: fate un po' i conti voi. Forse proprio per questo tra il pubblico e soprattutto sul palco, all'inizio dello spettacolo, era palpabile una grande emozione.

Fa specie vedere Paolo emozionato e quasi col freno a mano tirato all'inizio, poi con irresistibili "scatti" festivalieri (i riferimenti allo sfascia tutto Blanco e al bacio di Rosa Chemical sono divertentissimi ) lo spettacolo prende quota e ci restituisce appieno un attore in grande forma che per un'ora e tre quarti, mettendo assieme alcuni sketch del suo sconfinato repertorio, ci offre uno spettacolo nuovo in cui l'improvvisazione la fa sì da padrona ma riesce a muovere tutt'intorno a sé un'aria di familiarità quasi casalinga.

Alcuni componenti dei Virtuosi del Carso (Dell'Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi) gli fanno da contrappunto musicale ed Emanuele Dell'Aquila è ottima spalla e fornitore di spunti preziosi per il mattatore della serata.

Lo spettacolo dal titolo lungo, complesso ma veritiero SCORRETTISSIMO ME per un futuro, immenso repertorio è forse meglio definirlo, come fa lui stesso, un flusso di coscienza in cui ci sta di tutto, dalle battute caustiche e feroci alla liricità di alcuni passi (assai intensa e bellissima la lettura delle ultime parole di Enzo Jannacci raccolte dal figlio Paolo). Proprio da queste parole recitate sulle note appena accennate de La vita l'è bela si può trarre il senso di tutto lo spettacolo e cioè che la vita è varietà e la morte è noia.

In questo spettacolo uomo, attore e personaggio si fondono e confondono in un unicum che non si limita a divertire, ma punge scorrendo gli ultimi vent'anni di storia (tra politica,cronaca e gossip) del nostro Paese in cui molti si ritrovano a stento e si lasciano andare un po' come detto nell'interessante rivisitazione dell'uomo che perde i pezzi di Gaber. Inutile svelare qualcuna delle numerose battute, tra lo smargiasso, il non sense e l'importante perché, conoscendo da molto tempo Paolo, sono quasi del tutto certo che il pubblico che vedrà lo spettacolo in altre serate (tutte già esaurite da tempo) vedrà un qualcosa, che pur ricco delle medesime suggestioni pubbliche e private, sarà composto da racconti e storie in gran parte diverse. Grandi applausi e ovazioni al termine.

Adelio Rigamonti