RECENSIONE/TEATRO GEROLAMO (tge1)
Recensione de LA SPOSA DEL SOLE marionette della CARLO COLLA & FIGLI visto il 30/9, a cura di Adelio Rigamonti
UN GIOIELLO CHE VIENE DA LONTANO
Seguo da poco più di quarant'anni l'attività marionettistica della Compagnia Carlo Colla e figli e credo di aver visto la maggior parte del loro sterminato repertorio, dalle "grandi opere" (non scorderò mai Gli ultimi giorni di Pompei né Il ballo Excelsior) alle "minute", semplici e raffinate commedie di sovente con Gerolamo protagonista.
Per una malefica sorta di incroci dovuti al mio girovagare per teatri, col sovrapprezzo della pandemia da Covid 19 che ha mutato o cancellato intere programmazioni, non mi era mai capitato di vedere La sposa del Sole, storica raffinatissima fiaba della Compagnia.
Ieri sera al Teatro Gerolamo sono finalmente riuscito ad ammirare questo delizioso spettacolo con una più che centenaria storia alle spalle.
Milano 1906, anno dell'Esposizione Internazionale: i Colla, visitando all'Expo il padiglione del Giappone, acquistarono tessuti, armature da samurai, marionette originali e maschere in lacca. Da lì nacque La Geisha dei topi, tratta da una omonima fiaba giapponese: successo garantito, ma quei personaggi con muso e zampine da topo non piacquero alle signore in stato interessante che frequentavano il Gerolamo e fu così che Carlo II Colla trasformò la fiaba ne La sposa del Sole con marionette dalle sembianze umane.
La trama dello spettacolo è riassumibile in poche righe: gli abitanti di un villaggio pensano di offrire in sposa al Sole la bella Rosathea, amata dal povero e umile minatore Takimini. Da qui un viaggio fantastico e allegorico fra le forze della natura, che porterà il giovane a conquistare la fanciulla dei suoi sogni.
Lo spettacolo visto al Gerolamo è un perfetto e corretto esempio di teatro della bell'époque, quasi una eccezionale riproposizione, ovviamente in sedicesimo, del gran teatro in voga nei primi decenni del XX secolo. Nello spettacolo vi è di tutto: balletti, musica e canti dal vivo, insieme operetta e melodramma in un turbinio di splendide scene e di altrettanto splendidi costumi. Il tutto che vi è nello spettacolo trasforma un'operina semplice in un unicum eccellente grazie soprattutto alla grande maestria di un nutritissimo staff di marionettisti serrati sul ponte di un magnifico teatro ma dalle assai ridotte dimensioni del palcoscenico.
Le magnifiche scene sono quelle originali del pittore e scenografo piemontese Francesco Bosso (1864 - 1933) rivisitate o, in alcuni casi, rifatte da Franco Citterio, che assieme a Giovanni Schiavolin ha anche rivisitato la regia di Eugenio Monti Colla allungando o introducendo nuovi coinvolgenti balletti raggiungendo una perfetta sincronia nei movimenti delle marionette con la musica eseguita dal vivo dal Fiando ensamble, altro valore aggiunto al prezioso spettacolo.
Rimando alla lettura della locandina per tutti coloro, numerosissimi, che hanno dato il contributo alla realizzazione de La sposa del Sole, assolutamente da vedere.
Ultima nota a margine: la maleducazione di alcuni spettatori che hanno fotografato ripetutamente scene dello spettacolo usando i cellulari, infastidendo il resto del pubblico educato e attento.
Adelio Rigamonti