Recensione/Teatro della Cooperativa

21.04.2024

"Animali domestici" di Caroline Baglioni regia Antonio Mingarelli
con Christian La Rosa e Alice Raffaelli
Visto il 20/4/24 recensione Claudia Pinelli

Il male assoluto viene in questo spettacolo reso "domestico", vicino, non altro da noi, ma coltivato e nutrito in quelle periferie dell'anima dove però la marginalità non può essere un pretesto o una giustificazione.

Due storie corrono parallele in "Animali domestici", che riporta alla ribalta la vicenda di Luca Traini che il 3 febbraio 2018, a Macerata, tentò una strage esplodendo numerosi colpi di arma da fuoco contro i passanti. Rimasero ferite 6 persone, tutti immigrati africani.

Un uomo di 28 anni, Lupo, dalla cadenza marchigiana marcata. Concentrato sul proprio corpo, allenamento, alimentazione bilanciata, niente zuccheri e grassi insaturi, mamma accudente di salute così così, papà incalzante che lo vorrebbe diverso, ma la sua vita è fatta di abitudini consolidate in una routine da cui si libera con fantasie in cui è l'eroe, il proprio piccolo mondo minacciato da quegli "altri" che arrivano senza niente, a insidiare, con una pelle così diversa e scura, nemici tout court. Se uno di loro commette una nefandezza, un delitto atroce, bisogna giustiziare, non bastano i tribunali, sono tutti colpevoli, sono tutti uguali. Bruciamoli tutti. O spariamogli. Una pistola si trova, ma prima si rassicura la mamma e poi la si conforta, perché faranno la fila per venire a stringerti la mano e abbracciarti, mamma del Giustiziere.

Una ragazza di 16 anni, Alice, chiusa in quei meandri esistenziali che travagliano l'anima di tante e tanti in quell'età, che cerca una luce nel blackout di una vita trascinata tra scuola e musica a palla nelle orecchie in quella periferia di mondo. La scrittura, quella scrittura imposta come compito dalla scuola di teatro che frequenta per sfuggire dalla noia: una pagina al giorno, un mese, trenta pagine che si riempiono come in un sol giorno quando irromperà una realtà fatta di spari su persone inermi, a rompere la monotonia, a stringere le budella, a farti sentire viva.

Le aberrazioni di indottrinamenti ideologici svaniscono in questa drammaturgia che si concentra sulle individualità. Lupo cresciuto in un contesto marginale che si auto alimenta di fantasie machiste, dove non è tanto il contesto pubblico quanto la solitudine privata a determinare gli eventi, Alice che trova strumenti che potranno portarla fuori da quell'isolamento, da quel blackout mentale

Quando le storie convergeranno non ci sarà distanza tra lei e lui perché lui non è "altro" dalla marginalità di lei, sono menti che si toccano nell'abisso, compassione che si avverte e urta nel tentativo di giustificazione "l'ho fatto per lei, l'ho fatto per te".

Se lo farai entrare sarai tu.

Claudia Pinelli