Recensione/TEATRO DELLA COOPERATIVA

26.10.2023

Le otto montagne dal romanzo di Paolo Cognetti
dal 24 al 29 ottobre
recensione di Claudia Pinelli

MONTAGNA DI VITA

"Le otto montagne" è l'adattamento teatrale del bellissimo romanzo di Paolo Cognetti, Premio Strega 2017, da cui è già stato tratto un film che ha avuto un grande successo. Ammirevole anche per questo il coraggio e la bravura della poliedrica regista Marta Marangoni, che si è cimentata in questa operazione con risultati validi e non scontati. Coadiuvata dalla drammaturga Francesca Sangalli e dalle musiche originali di Fabio Wolf, ha proposto uno spettacolo che ha momenti scenici e narrativi originali, introducendo elementi femminili che fanno da complemento a una narrazione che si coniuga originariamente solo al maschile, in un rapporto tout court tra i protagonisti Pietro, voce narrante, e Bruno l'amico montanaro, ma su cui aleggia la figura del padre di Pietro che li farà ritrovare dopo molti anni in seguito alla sua morte, uniti in un progetto comune.

A completare la narrazione, interviene nello spettacolo teatrale la voce femminile fuori campo di Arianna Scommegna, e la presenza, sul palco, dell'attrice e performer Alice Bossi a evocare la Montagna e gli elementi naturali che fanno eco al racconto, con il vibrare di una lastra metallica, rimandando al mandala che interseca le otto montagne partenza e meta di ricerca personale e umana.

Lo spettacolo ha un bel ritmo, interessanti espedienti scenici, come l'utilizzo di tubi luminosi, in una scenografia molto contenuta. Originale è anche il punto di partenza della narrazione che non segue l'ordine del romanzo e crea rimandi temporali interessanti. Il fulcro del racconto rimane Pietro (il bravo Andrea Lietti) che rievoca il passato in frenetica ricerca di un senso personale alla vita che lo porta a emanciparsi dalla figura paterna, disattendendo aspettative, avulso a ogni conformismo, che aspira a cime sempre più impervie, dimensioni estranee all'amico Bruno, interpretato dal bravissimo Giuliano Comin, che non potrà, e poi non vorrà, staccarsi da quella montagna in cui è nato, unico luogo che conosce e lo riconosce.

"Le otto montagne" con la regia di Marta Marangoni è uno spettacolo da vedere, relativamente da affinare, evitando, dove possibile, semplificazioni e alcune ripetizioni, ma che ha già ottime basi e che non potrà che crescere per qualità.

Claudia Pinelli