RECENSIONE/TEATRO DELLA COOPERATIVA (tdc1)
BARTLEBY, recensione di Claudia Pinelli del novembre 2018

PREFERIREI DI NO
Al Teatro della Cooperativa ritorna Bartleby, un adattamento dal
racconto di Herman Melville, qui nella traduzione di Luca Radaelli in scena
anche come attore nel ruolo dell'Avvocato, datore di lavoro di Bartleby il
giovane scrivano (interpretato da Gabriele Vollaro) che alle richieste di
prestazioni lavorative che non considera o desidera essere di sua
competenza risponde "Preferirei di no".
Luca Radaelli riempie il palco, dalla scarna ma efficace scenografia, e nei
panni del datore di lavoro già insofferente verso le particolarità caratteriali
degli altri collaboratori, a cui dà voce lo stesso attore, (
"Tacchino", che da uomo compito la mattina si trasforma nel
pomeriggio in un essere rubizzo e confusionario, "Chela" dal
temperamento aggressivo e "Zenzero" ragazzo di bottega il cui
compito principale è rifornire di dolci allo zenzero il personale) racconta lo
sconvolgimento che l'assunzione del giovane, resasi necessaria dalla quantità
di lavoro, ha comportato nel ménage dell'ufficio.
C'è la costernazione e l'irritazione verso l'atteggiamento del giovane,
che all'inizio si limita a trascrivere respingendo con un atteggiamento
remissivo e distaccato qualsiasi altra richiesta, ma che diventa
compassione man mano che il giovane scivola in una passività sempre più
accentuata, erigendo un muro emozionale che non permette varchi. Lo spirito
religioso prende il sopravvento sulla voglia prima di rivalsa poi di distacco
verso il destino di Bartleby, un destino di solitudine e chiusura che non avrà
uscita ma che non lascerà indifferenza.
Con la sapiente regia di Renato Sarti, i cambi di ritmo e prospettive
sottolineano con efficacia i cambiamenti emotivi e gli stati d'animo
contrastanti e il volgere della voce narrante a una "pietas"
non scontata.
Claudia Pinelli
