Recensione/TEATRO COOPERATIVA

29.02.2024

AUSMERZEN di Marco Paolini 
con Renato Sarti e Barbara Apuzzo - fino al 3 Marzo 
recensione di Claudia Pinelli

A cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, psichiatra che ha rivoluzionato il ruolo della psichiatria e della malattia mentale determinando la chiusura dei manicomi in Italia, Renato Sarti fa una scelta importante proponendo al Teatro della Cooperativa, in un nuovo adattamento teatrale che lo vede protagonista, insieme alla bravissima Barbara Apuzzo, il monologo scritto da Marco Paolini con Mario Paolini, Michela Signori, Giovanni De Martis, "Ausmerzen", una drammaturgia serrata, terribile e incisiva sullo sterminio messo in atto, prima di quello degli zingari, degli oppositori politici, degli omosessuali, degli ebrei, nella Germania nazista nei confronti dei diversamente abili e dei malati di mente, portando all'estremo la teoria dell'eugenetica che comportò, nella sua applicazione, la sterilizzazione forzata di migliaia di donne e uomini la cui vita era considerata "indegna di essere vissuta", pratica impiegata sia negli Stati Uniti D'America (dove negli anni '20 si arrivò a 250.000 persone "trattate"), ma anche in paesi come la Svezia e la Svizzera dove si proseguì fino agli anni '70 del secolo scorso.

I nazisti alzarono ulteriormente il tiro portando il rifiuto per quelle vite "difettate" fino alle estreme conseguenze. I primi furono bambine e bambini soprattutto neonati, rinchiusi insieme a altre e altri in strutture dedicate, dove medici e infermieri fermarono la loro vita con iniezioni letali prima di bruciarne i corpi, fumi neri che si levavano dai camini visibilissimi dai paesi vicini, nella realizzazione di un progetto segreto, ma conosciuto da molti, forse impotenti, forse conniventi, ma anche dagli anglo americani che si accorsero di quell'orrore mesi dopo la fine della guerra.

Una "banalità del male" accettata e applicata da donne e uomini del personale sanitario, tedeschi, non nazisti, che eseguirono gli ordini in una strage di cui si parla, come dice Paolini, solo ai convegni degli psichiatri. Per il resto meglio dimenticare Action T4, dall'indirizzo della sede operativa a Berlino.

Le vittime tra il 1939 e il 1941 furono almeno 300.000.

"Ausmerzen": l'agnello, la pecora che rallentano il gregge perché deboli vengono soppressi. Così gli umani non utili alla produzione o agli scopi bellici per difetti fisici o mentali, ma che comunque anche sterili bisognerebbe sfamare, sono eliminabili.

Lo spettacolo procede implacabile, Sarti e la Apuzzo si alternano e si completano, incidono le coscienze ("Per farsi una coscienza bisogna studiare altrettanto che per farsi una scienza"), lei mette in risalto che in quell'epoca anche lei sarebbe stata considerata sacrificabile, provocando una fitta al cuore.

Le domande incalzano mentre si cercano risposte. A cosa serve la memoria? Anche a chiedersi "io cosa avrei fatto?" e a rendersi conto che quando abdichiamo seguendo la massa, ci stiamo abituando.

E il nero vince.

Claudia Pinelli