Recensione/Teatro Carcano

17.01.2024

"PARADISO XXXIII" 

di e con Elio Germano e Teho Teardo

Visto il giorno 12 gennaio 2024 

recensione di Claudia Pinelli

E' l'immensità divina del XXXIII canto del Paradiso che cerca di trovare una dimensione assoluta in una scena spoglia, dove la musica, di impianto moderno e elettronica e i giochi di luce dovrebbero stimolare l'immersione nei versi danteschi.

L'effetto è quasi straniante, i sensi sollecitati al massimo, le parole del Sommo Poeta recitate da Elio Germano con un ritmo all'inizio lento, ogni verso ripetuto come un'eco, quasi a pretendere quell'attenzione al contenuto che porti alla visione del divino che Dante descrive come amore, come luce. E allora tutto tende a creare suggestioni cercando di arrivare dove la sola parola è limite e si sceglie di far "vedere": con suoni elettronici deformati ma anche con viola e violoncello con il loro suono grave, e l'architettura di un effetto di luci, a tratti calme e iconografiche ma che raggiungono effetti di parossismo stroboscopico, creando una dimensione sensoriale complessa che può risultare anche disturbante.

La musica dalle sonorità distorte e incalzanti proposte dal vivo dai musicisti sul palco, Teho Teardo, grande "esploratore sonoro", con Laura Bisceglia e Ambra Michelangeli, ad accompagnare ma in alcuni momenti a sovrastare l'interpretazione intensamente sofferta di Germano dell'ultimo canto del paradiso, le proiezioni luminose argentee, ma anche tenuamente colorate di Simone Ferrari e Lulu Helbaeke, vorrebbero nell'insieme essere rappresentazione di quella visione divina che l'Alighieri descrive nel suo canto.

Gli artisti sono bravissimi, ognuno nella propria espressività in cui non c'è amalgama. Lo spettacolo è immersivo, inspiegabile, non lascia spazio emotivamente alle mezze misure, gli sguardi sono attoniti o entusiasti. Rifiuto totale o emozione profonda in uno spettacolo che vuole e riesce ad essere totale e totalizzante.

Claudia Pinelli