RECENSIONE/TEATRO CARCANO (tca3)

11.11.2022

Recensione de L'ATTESA, spettacolo visto l'8 novembre e recensito da Claudia Pinelli

L'ATTESA, UN TESTO POTENTE E MODERNISSIMO

Il testo di Remo Binosi, autore veneto scomparso nel 2002, arriva potente e modernissimo in questo allestimento teatrale curato dalla regista Michela Cescon che, apportando una lieve modifica dei personaggi in scena, concentra l'azione sulle due protagoniste, donne di diversa estrazione sociale che, nella Venezia del '700, si trovano ad affrontare una gravidanza indesiderata.

La contessa Cornelia, Anna Foglietta, viene rinchiusa dalla famiglia in una tenuta di campagna contro la sua volontà, per nascondere al mondo il suo stato. Dopo un primo momento di estrema solitudine e di totale sconforto, viene raggiunta dalla serva Rosa, Paola Minaccioni, anche lei incinta per una passione occasionale. Tra le due donne si intreccia una relazione profonda che le accompagnerà in questa "attesa", malgrado le differenze sociali, sottolineate dalla postura e dal linguaggio, tra serva e padrona.

Rosa, nata per obbedire, si esprime in dialetto veneto, non sa né leggere né scrivere ma "sa fare" e con la sua intelligenza pratica affronta il mondo. Cornelia è il suo opposto, istruita, molto cerebrale, intellettuale dal forbito linguaggio affida a un diario segreto i suoi sconvolgimenti interiori, ma al tempo stesso rivendica il suo diritto alla vita e anche al piacere.

Non c'è musica a accompagnare i momenti di sospensione, la Cescon ha scelto un silenzio da non colmare, con un telone che viene calato a ritmare i pensieri, mentre i suoni della natura, il canto degli uccelli o il rombare dei tuoni, scandiscono lo scorrere del tempo in questo ambiente chiuso, che opprime, ma protegge, dando la libertà di raccontarsi senza remore o bigottismi.

Entrambe le attrici arrivano a importanti e non scontate vette recitative in quest'operata pervasa anche da una sottile vena comica. Rosa e Cornelia si rivelano l'una all'altra libere dai condizionamenti in cui sono costrette dalle convenzioni sociali, si raccontano rivendicando l'erotismo e la carnalità che le hanno portate a essere prigioniere per espiare la "colpa" della passione che le ha travolte.

Nulla è scontato in questa messa in scena che ha una validissima regia e attrici di qualità che non esitano a mettersi alla prova, variando ritmi e toni e miscelando sapientemente commedia e tragedia.

Un testo, scritto da un uomo, che parla di donne e si coniuga al femminile, ma che arriva, tiratissimo e intenso, a tutti e affronta tematiche senza tempo.

Claudia Pinelli