Recensione/PICCOLO TEATRO PAOLO GRASSI (ptpg 24/1)

28.01.2024

HO PAURA TORERO di Pedro Lemebel visto il 23.01.2023 Recensione di Marina Salonia

Lino Guanciale e Francesco Centorame

TRA SENTIMENTO E POLITICA NEL CILE DI PINOCHET

Al Piccolo Teatro Grassi di Milano l'11 gennaio ha debuttato in prima assoluta lo spettacolo Ho paura torero che sarà in scena sino all'11 febbraio. La regia è di Claudio Longhi, direttore artistico del teatro, che propone una piecè ispirata al capolavoro di Pedro Lemebel, artista e scrittore cileno.

Il testo ripercorre, attraverso la narrazione della vicenda sentimentale della Fata dell'angolo, un omosessuale e travestito dal cuore buono e dal passato crudo, interpretato magistralmente da Lino Guanciale, il difficile periodo storico vissuto dal popolo cileno che nella primavera del 1986 dopo ben tredici anni di regime Pinochet mette a punto attraverso il fronte patriottico Manuel Rodriguez l'attentato al dittatore.

La scenografia di Guia Buzzi è particolarmente curata e riporta immediatamente all'atmosfera dell'epoca attraverso i manifesti appesi alle pareti e i graffiti di quegli anni che inneggiano alla rivoluzione. I cambi di scena sono rapidi ed efficaci, di grande effetto anche grazie a filmati che ne danno una caratterizzazione quasi cinematografica.

Il personaggio interpretato da Lino Guanciale rappresenta il fulcro dello spettacolo. Attorno a lui ruota tutta la vicenda di Carlos (Francesco Centorame) lo studente universitario di cui si è innamorato. Ed è proprio per amore che accetta di ospitare lui e i suoi amici nella soffitta della sua casa, accettando pure quelle casse che crede contengano solo libri, ignaro del fatto che Carlos e i suoi amici sono rivoluzionari che stanno preparando l'agguato al dittatore.

Lo spettacolo alterna la vicenda intima e sentimentale della Fata con quella politica e sociale di cui si avverte tutta la drammaticità. Il Cile infatti in quegli anni è infiammato dagli eventi di protesta e sempre più il popolo cerca di rivendicare le libertà negate dal regime dittatoriale.

Mario Pirrello e Arianna Scommegna danno vita con grande efficacia e bravura alle figure del Generale Augusto Pinochet e della sua consorte Lucia Hiriart Pinochet interpretandole come delle grottesche e pietose caricature. Lui ossessionato dai ricordi infantili appare apatico e per lo più intento a leggere le notizie della stampa ascoltando la sua musica preferita, la marcia di Radetzky, lei una donna fastidiosa dalla voce stridula è in realtà la vera mente della coppia e si denota come agendo nell'ombra riesce ad influenzare il marito nelle decisioni politiche.

Completano il cast Daniele Cavone Felicioni, Michele Dell'Utri, Diana Manea e Giulia Trivero anch'essi come personaggi determinanti nello svolgersi degli eventi rivoluzionari.

Una menzione particolare meritano i costumi di Gianluca Sbicca, gli effetti scenici del virtual design Riccardo Frati e le luci di Max Mugnai grazie ai quali tutta la rappresentazione assume la dimensione ideale per emozionarsi, indignarsi, sognare e talvolta anche ridere.

Spettacolo da non perdere assolutamente.

Marina Salonia