Recensione/OUT OFF (too 24/1)

17.04.2024

DOPO LA TEMPESTA di Francesco Toscani, regia di Andrea Piazza visto il 16/04/24 

Recensione di Adelio Rigamonti

Monica Bonomi e Fabrizio Calfapietra, interpreti di DOPO LA TEMPESTA di Francesco Toscani

UN INCONTRO DI SOLITUDINI 

Per chi, come me, possiede ali impantanate da tante età, un titolo in cui sia contenuto il termine "tempesta" da una parte ti rispedisce all'indietro al grande Strehler e alla "leggera e eterea" Ariel di Giulia Lazzarini, dall'altra ti spinge a superare gli impicci di queste stagioni guerreggiate e ad andare all'Out Off per recensire Dopo la tempesta, opera con reminiscenze e segni shakespeariani, di Francesco Toscani con la regia di Andrea Piazza. Quasi subito mi accorgo che la scelta dettata dalla voglia di sortire dal presente sia stata scelta giusta.

Certo l'opera offre ben poche vie di uscita spiccando magari voli legati a ricordi di lontane gioventù:

la scena di Alice Vanini ci consegna, per pochi segni, la visione di un parco, meglio parchetto/campo giochi, lasciato all'abbandono, luogo certo per incontro di solitudini. Le due solitudini sono magnificamente interpretate da Monica Bonomi (in bilico tra follia e vagheggiati ricordi magici) e da Fabrizio Calfapietra (giovane derelitto costretto a vivere sulle panchine del parchetto alla ricerca del coraggio per tornare a casa). Il rapporto tra i due 'soli' scorre tra dubbi, ritrosie e miseri affetti comunque al di là di intenti esclusivamente utilitaristici.

In Shakespeare Ariel era folletto/spirito lieve capace di scatenare inusitate tempeste ordinatele dal Duca di Milano, Prospero, suo padrone; ora è una donnetta casalinga intrappolata in una Milano che pur mantenendo la frenesia di sempre si è spenta nel bianconero e spinge (respinge) i poveri, i migranti, i soli in periferiche zone abbandonate e pesanti, persa anche la frenesia dove l'unico rifugio per avere contatti sono anonimi centri commerciali.

La casalinga attuale Ariel, forse un'ex attrice o forse davvero sopravvissuta alla magie di Shakespeare e Strehler, una volta governava i venti tumultuosi, ora non riesce neppure a far piovere su quella terra urbana che tanto bisogno ha d'essere irrorata.

Poi c'è quella trovata scenica della vasca per sabbia al centro della pedana; in quella vasca vengono posti bianchi uccelli origami: il volo ridotto a poveri ripieghi di carta.

La presenza del giovane, ospitato in casa da Ariel, forse le dà un surrogato di compagnia, ma poesia, immaginazione e sogno non possono sussistere nell'oggi urbano.

Come cita correttamente il foglio di scena "Dopo la tempesta è (dunque) la storia di un incontro tra generazioni opposte tra solitudini e paure e un incontro tra uno spirito che sprofonda nel cemento e un'anima che ritrova (cerca disperatamente) le ali.

Ovviamente non rivelabile il finale.

La regia di Andrea Piazza è filante, quasi gentile, a guidare i due splendidi interpreti nel raccontare depressioni e solitudini in un'epoca in cui l'accesso al sogno, al volo è sbarrato. Da vedere.

Adelio Rigamonti