Recensione/Teatro della Cooperativa

22.05.2024

"Storie di noi" di Beatrice Monroy Regia Giuseppe Provinzano
Dal 21 al 26 maggio 2024 Recensione Claudia Pinelli

L'attore e regista Giuseppe Provinzano è già sul palco quando il pubblico entra in sala. Le luci sono accese, lui gioca con un pallone mentre macchinine radiocomandate si muovono nello spazio scenico andando a incespicare su teloni abbandonati a terra. Il boato arriva improvviso così come il buio in cui precipita la sala, qualsiasi chiacchiericcio si spegne, la macchinina, afferrata dall'attore, capotta, si eleva, atterra capovolta. È il 23 maggio 1992, il giorno dell'attentato al giudice Falcone. Lo spettacolo comincia da lì e poi giù nell'abisso di quei 57 giorni quando un'altra esplosione trafisse il cuore di Palermo uccidendo il giudice Paolo Borsellino.

Le storie, le voci, i racconti, i ricordi di chi viveva la sua normalità quotidiana in quella città epicentro di interessi mafiosi e di stragi: i progetti di matrimonio, ma la messa in piega solo da Teresa, la parrucchiera che tutte vogliono per quel giorno, i giochi da bambini nei cortili, con i derby a pallone tra i condomini, ma se uno si fa male arrivano le Famiglie a minacciare e bastano i cognomi a far tremare.

Sul palco solo lui, Giuseppe Provinzano, attenzione alla vocale, che cambia ruoli, restituisce sguardi infantili e adulti su quella tragedia che ci fece finire "tutti giù per terra". Però in quelle strade palermitane ci fu chi si alzò, non accettò e si tenne per mano per resistere e portare, tremando, un lenzuolo con scritto "No alla mafia". Ma in quella Palermo di maggio e poi ancora nel caldo torrido di luglio ci fu anche chi pensò che fosse meglio non farsi coinvolgere e fece finta di niente e anche chi insultò, denigrando e urlando minacce contro chi alzava la testa.

I teloni man mano vengono stesi in alto, lettere vengono proiettate su di loro a formare o, meglio, a urlare, una frase che si capirà alla fine e voci registrate accompagnano il monologo a completare il racconto di come visse la gente comune di Palermo quei 57 giorni, mentre lumini cimiteriali si accendono su una città ferita a sangue, a morte, quella morte che sfiori quel giorno sull'autostrada cercando di tornare in fretta perché hai lasciato a casa le bambine da sole, un attimo e non è toccato anche a te.

È un bel lavoro "Storie di noi", la drammaturgia è coinvolgente e permette uno sguardo originale su un dramma nazionale, bravo l'attore e regista Giuseppe Provinzano a far arrivare senza sovraccaricare, restituendo la Storia con le storie.

"La terra trema…tutti giù per terra". 

Claudia Pinelli