ITALIA - BRASILE 3 -2
Di e con Davide Enia - Con i musicisti Giulio Barocchieri e e Fabio Finocchio - Visto al Teatro della Cooperativa il 4 ottobre - Recensione di Adelio Rigamonti (nella foto Davide Enia)
MEMORIE INDIVIDUALI E COLLETTIVE
Ha avuto il suo inizio con un intensissimo e coinvolgente evento la stagione del Teatro della Cooperativa. Avevo già visto, una ventina d'anni fa, in un'afosa serata sui sassi dell'Arena milanese, "Italia – Brasile 3-2" con uno splendido, ora forse più di allora, Davide Enia. Allora ero solo un saltuario frequentatore di spettacoli teatrali e fui sorpreso nel trovarmi di fronte a uno dei primi, per me il primo, lavoro teatrale di narrazione, di affabulazione in bilico tra emozioni collettive e sensi individuali.
Il rivederlo dopo tanti anni mi ha coinvolto moltissimo riuscendo a rivendicare il ruolo dei mutamenti individuali, collettivi. Da allora molto è mutato e i vuoti degli andati di quella partita-epoca del 5 luglio 1982 (andato Paolo Rossi, l'eroe di quel Mondiale, andati Bearzot e Socrates) hanno ridestato inevitabilmente vuoti e ammaloramenti individuali, intimi.
Davide Enia si presenta in scena appoggiandosi su stampelle, quasi si scusa perché non potrà offrire la sua prepotente fisicità, che ben ricordo da allora. Poco importa. Enia supplisce alla grandissima con una recitazione superbamente frenetica in grado di restituirci la sua 'vecchia' affabulazione con le vesti di una sorta di innovativo gramlot emerso dalla tradizione del cuntu siciliano. Quella partita epica che ci schiuse la via per la conquista del terzo mondiale di calcio è diventata spettacolare cronaca collettiva e soprattutto individuale
Gran cameo teatrale è la farneticante, divertentissima, narrazione dell'azione che si concluderà con il terzo e conclusivo gol del Pablito nazionale. Tutto prese le mosse da un tormentato calcio d'angolo di Conte. L'incomprensibile artefatto dialetto siciliano, come dicevo un'inusitata sorta di gramlot, avvolge e conquista chiunque con una fantastica cascata di suoni portanto all'esplosione collettiva del salvifico gol. Emozionante il ricordo, seppure in una narrazione drammaticamente rimaneggiata, della cosiddetta partita della morte tra i calciatori dello Start FC di Kiev e una squadra di atleti militari delle SS. Un ricordo situato nell'intervallo dello scontro Italia-Brasile che inevitabilmente ci riconduce alle atrocità della contemporaneità.
In scena con un eccezionale Davide Enia due bravissimi e indispensabili musicisti: Giulio Barocchieri e e Fabio Finocchio. Purtroppo come tutti gli eventi lo spettacolo ha la caducità dell'evento: una sola replica!
Adelio Rigamonti